Qual è il tour che offriamo al quale sono più affezionato?

Senza dubbio il tour Miti e Leggende di Cusco racchiude un poco l’essenza della nostra storia e della nostra filosofia. Le nostre guide portano i viaggiatori alla scoperta di Cusco in orario serale, quando il buio rende ancora più affascinante la città, camminando per piccole vie del centro storico raccontando aneddoti, leggende, storie di fantasmi, l’origine dei bizzarri nomi delle vie ed altro ancora. Questi racconti – con tutte le varie versioni della stessa storia – vengono tramandati, tramite passaparola, dagli abitanti di Cusco e non li troverete su nessuna guida.

A cosa è dovuto il legame con il tour Miti e Leggende del Cusco?

Questi racconti sono principalmente ambientati nei quartieri di San Blas e di San Cristobal dove ho personalmente vissuto per una decina d’anni. Inoltre l’idea di PeruEtico “nasce” nella Piccola Locanda, un Ostello che si trovava proprio nel quartiere di San Cristobal, che era gestito da Matteo, italiano, e Camilla, peruviana. La “Piccola”, come la chiamavamo fra di noi, prima di diventare un Ostello era stata per tanti anni la casa della famiglia Chavez. Chi ha viaggiato con noi fino al 2012 ha probabilmente conosciuto di persona i fratelli Camilla, Camillo ed Ainin. Grazie a loro è nata l’idea del tour Miti e Leggende per raccontare ai viaggiatori alcune delle storie che loro avevano ascoltato sin da bambini.

Quali storie si raccontano a Cusco?

Una delle cose che più mi hanno sorpreso vivendo in quei quartieri era il fatto che parlare di fantasmi fosse la cosa più normale del mondo. Sembrava che nessuno mai lo mettesse in dubbio e che tutti avessero almeno una storia da raccontare a riguardo. Questo non riguardava solo i peruviani che erano nati e cresciuti lì ma anche alcuni stranieri, che come me abitavano a Cusco. I quartieri di San Cristobal e San Blas hanno la fama di essere luoghi di strani avvenimenti forse perché nel corso della storia sono successe lì cose molto cruente, come la repressione spagnola sugli indigeni inca dopo la conquista del Perù. Solo in Scozia, ad Edimburgo, ho ascoltato tante storie di fantasmi ma è risaputo che Scozia e Inghilterra sono terre di castelli e fantasmi, mentre Cusco – per gli amanti del genere – è una realtà tutta da scoprire e da raccontare. Ve ne voglio raccontare un paio. La prima mi è stata raccontata direttamente dalla proprietaria di una caffetteria in Calle Huaynapata, nel quartiere di San Cristobal. Quando era ancora una ragazzina la madre andava a lavorare e la lasciava da sola in casa a prendersi cura del fratellino più piccolo. Mentre era da sola in casa un signore anziano bussava quasi ogni giorno ad una finestrella della loro casa per chiedere un pezzo di pane. Questa finestrella era sempre rimasta chiusa e si poteva aprire solamente dall’altro lato che si affacciava sul vicino San Juan de Dios, un orfanatrofio gestito da monache. Dopo un po’ di tempo la bambina avvisò la madre di questi ripetuti incontri e lei si preoccupò che questo signore anziano avesse delle cattive intenzioni verso i bambini, tanto che andò su tutte le furie ed andò a lamentarsi dalle monache del convento, convinta che un operaio stesse approfittando della sua assenza durante il giorno per importunare i bambini. Le monache le assicurarono che non c’era nessun operaio al lavoro dentro il convento e la portarono nel posto dove c’era questa finestrella e lei scoprì con enorme sorpresa che si trovava a una decina di metri da terra e non era possibile che qualcuno la potesse raggiungere. Tra l’altro la via dove è successo questo strano episodio si chiama Calle Ataud, che tradotto dallo spagnolo vuol dire bara, tanto per rimanere in tema. La seconda storia, riguarda me, almeno indirettamente. Vivevo in una via che si chiama Calle Purgatorio, parallela a Calle Ataud, sempre nel quartiere di San Cristobal. Condividevo la casa con un ragazzo svizzero, lui al piano terra io al piano di sopra. Un giorno, mentre ero in casa, leggendo nella mia stanza, il mio coinquilino – persona assolutamente poco propensa a fare scherzi o “credulona” – aprì la porta della mia stanza e mi disse di smettere di fare scherzi stupidi. Da diversi minuti infatti sentiva bussare alla sua porta, apriva ma non c’era nessuno. Pensava quindi che fossi stato io, peccato che io invece non mi ero mai mosso dalla mia camera. Lasciamo come sempre ai nostri viaggiatori decidere se si trattino di racconti veri o di fantasia, se la suggestione ha giocato qualche scherzo o se questi quartieri hanno veramente qualcosa di speciale.

Se volete conoscere i segreti ed i racconti di Cusco non perdetevi il nostro tour miti e leggende del Cusco 

Emanuele – PeruEtico