Ho fatto il mio primo cammino Inca a 12 anni.

Mio padre, insieme ad amici molto cari, decise di fare un un trekking genitori/figli, tutte le mamme non erano ammesse. Come sia nata l’idea, nessuno lo sa’, probabilmente davanti a qualche bicchierino di Pisco (grappa peruviana), oppure parlando di politica ed economia, cose che lui adorava. I papà erano chiamati da tutti i 3 re magi, uno biondo, uno nero e l’altro un meticcio (ottima via di mezzo), erano molto uniti da ideali nobili, volevano cambiare il mondo eliminando le disuguaglianze e soprattutto erano dei gran camminatori ad alta quota.

Mi ricordo che era maggio del 1987 quando siamo partiti da Cusco, la partenza era fissata al mitico km. 88 (partenza ufficiale del trekking). I 3 re erano carichi come muli, tende, zaini pieni di cibo, caramelle al limone e cioccolato, seguiti da 5 bambini, che non avevano la minor idea di quello che stavano per vivere.

Gli Inca avevano uno stupendo sistema di cammini, che connettono Cusco (l’ombelico del mondo) ad ogni posto dell’impero, il “Qhapaq Nan”. Questa rete era formata da cammini, di solito lastricati in pietra e scale che raggiungevano “los Tambos”, case dove il camminatore incontrava rifugio per la notte, coperte, acqua (grazie alle canalizzazioni) e qualcosa da mangiare. Gli antichi Inca così non dovevano caricare nessun peso, camminando molto leggeri.

Il primo giorno partimmo pieni di entusiasmo, ma dopo un paio d’ore tutte in salita, io già non ce la facevo più, il corpo mi faceva male e non sopportavo più il mio zaino, non riuscivo ad immaginare come questa cosa poteva essere bella, erano 4 giorni di tortura !

Mio padre con molta pazienza mi incoraggiava, “capirai diceva, vedrai che capirai… mentre caricava quello zainone, che facile pesava più di me. Arrivare a Warmiwañusca (la prima vetta a 4200 mtslm) è stata la più grande sfida della mia giovane vita, mio padre aveva ragione, non solo per la bellezza che mi circondava, ma soprattutto perchè mi sono sentita grande, poderosa e molto bella dentro, nel profondo, dopo di questo tutto fu più facile e non solo durante il cammino. Arrivare in vetta è una delle cose che tutti dovremmo provare, per lo meno una volta nella vita, ci insegna ad incontrarci con noi stessi.

La cosa che mi è piaciuta di più è stata quella di  imparare a camminare al mio ritmo, in solitudine, per poi arrivare all’accampamento dove poter incontrare il calore del gruppo, mangiare qualcosa di caldo e…. continuare a giocare anche se distrutti. Non incontrammo nessuno camminando, ci sentivamo come indiana Jones scoprendo i misteri degli Inca fra boschi e continui cambi di paesaggio.

Ho adorato i terrazzamenti agricoli a strapiombo, le fonti dove potevamo rifornirci d’acqua e anche farci un bagno, le scale di pietra infinite, i bellissimi templi e costruzioni che incontrati durante il cammino, soprattutto mi è rimasta impressa Sayacmarca, una cittadella Incaica dedicata al rito, che si trova sopra un picco di roccia, sembra di volare, quando arrivammo le nuvole erano sotto di noi, un posto magico !

L’ultima notte ci prese una forte temporale a Wiñaywayna, arrivò la pioggia, poi il vento, le tende volarono, il giorno dopo ci aspettava un giorno meraviglioso, pieno di sole e scendemmo tranquilli le ultime scale a spirale per poi salire fino all’Inti Punku (la porta del sole).

Ricordo che chiedevo continuamente quanto mancava e lui rispondeva che stavamo arrivando, mi sembrava impossibile, io non vedevo altro che giungla, è che, il cammino ti sorprende fino alla fine, solo arrivando alla Porta puoi avere il premio tanto ambito: l’incredibile vista di Machu Picchu dall’alto, arriva maestosa, come se fosse li solo per vederti arrivare !

Feci il Cammino altre 3 volte, e sempre è stata una grande impresa, anni dopo la mia avventura, il cammino degli Inca fu riconosciuto come uno dei più belli del mondo e migliaia di camminatori iniziarono ad arrivare, ed è per questo che oggi per salvaguardarlo si può prenotare solo attraverso un operatore specializzato, essendo il numero di entrate limitato da una legge.

Ringrazio mio padre per avermi regalato questa esperienza che cambiò la mia vita.

Cammina con noi, torneremo a percorrere insieme il mitico cammino inca 

 

 

camila – Peruetico 2023