Sono cresciuta correndo e giocando per le strade di Cusco, strade di pietra e adobe, strade strette, strade per salire, scendere e scivolare!

Le strade di Cusco si caratterizzano per essere inca e spagnole allo stesso tempo perché la città coloniale è stata costruito sopra le antiche rovine della città Inca, quindi la maggior parte degli edifici ha un primo piano in pietra Inca e un secondo piano in adobe (mattoni in argilla paglia e sassolini) spagnolo. Così questi due elementi si mescolano come le due culture creando una nuova e unica città indigena.

Cusco ha un centro storico pianeggiante dove si trova la piazza principale, protetta da 2 colline dove sono stati creati 2 quartieri, i più antichi e tradizionali della città e che ovviamente portano il nome di 2 santi: San Blas e San Cristóbal con le rispettive piazze e chiese.

È proprio in questi quartieri in cui possiamo trovare le strade più tradizionali, pittoresche, caratteristiche e persino bizzarre della città. Quello che ho sempre amato è stato il nome particolare dato alle sue strade, ognuna scelta per ricordare qualcosa di particolare accaduto in quel luogo in epoca coloniale spagnola.

Vari nomi di strade che iniziano con il numero 7, forse a ricordare l’importanza cosmologica di questo numero. In Calle 7 Angelitos a San Blas viveva una famiglia che aveva sette figli che morirono tragicamente in un incendio. Invece nella via dei 7 diablitos facevano uno scherzo a un vescovo, sette uomini vestiti da diavoli che rappresentavano i sette peccati. 7 ventanas è così chiamato perché la casa principale ha sette finestre, così semplice. In 7 serpenti, ci sono sette serpenti scolpiti nelle pareti Inca su ciascun lato della strada, infatti in quechua (l’antica lingua autoctona) la strada prende il nome di Amaru ccata (quattordici serpenti). Le pittoresche 7 obejas conducevano al fiume dove la gente lavava i panni e si racconta di un vecchio vicino che lo faceva seguito dalle sue sette pecore.

Le storie raccontano che in via Ataúd (bara) a San Cristóbal, una notte è stata trovata una bara sdraiata per strada, da allora il fantasma ha bussato alle porte delle case. La sua parallela, Via Purgatorio, in epoca coloniale, i peccati potevano essere espiati al passaggio, bastava mettere delle monete nella cassetta di metallo che si trovava all’inizio della via. Risalendo via Arcoiris, troverete la bizzarra via Esse, che per la sua forma ha il nome della consonante, una via di cui quando ci si trova in mezzo non si vede né l’inizio né la fine.

Molte delle strade conservano ancora il loro tradizionale nome quechua, come il famoso Hatun Rumiyoc, che significa grande roccia ed è famoso perché ospita la pietra a 12 angoli. In via Quiscapata, il luogo delle spine, c’era un grande cactus, sotto il quale si diceva si trovasse un tesoro Inca. Choquechaca, che significa ponte d’oro, durante la colonia era una strada che aveva diversi ponti sul fiume Tullumayu, attualmente sotterraneo.

Sulla scalinata Amargura (arrabbiatura) non si può provare un’altra particolarità poiché i suoi ripidi gradini fanno fare uno sforzo considerevole a chiunque lo provi, e a Resbalosa, la strada dove abitavo, le pietre Inca scolpite sono così lisce che fanno sì che coloro che non camminano attraverso di essa con attenzione, possono scivolare, infatti in quechua questa strada era chiamata Sikitakana, che significa sedere battuto.

La prossima volta che sarai a Cusco, non smettere di perderti in queste meravigliose strade, presta attenzione ai loro nomi perché ognuna ha una storia da raccontare.

 

 

camila – Peruetico 2023