L’Amazzonia, una esperienza indimenticabile

Come mi sono innamorato dell’Amazzonia?

Ognuno di noi ha un “posto del cuore”. È un posto dove ci sentiamo profondamente connessi con tutto quello che ci circonda, un posto al quale ci sentiamo di appartenere intimamente e dove cerchiamo di andare a fare una “scappata” ogni tanto, anche solo per riassaporarne per qualche ora o per qualche giorno il sapore, gli odori, i suoni e la magia. Nel mio caso, questo posto è l’Amazzonia, quella peruviana. Non una zona in concreto, ma tutta quella zona geografica che inizia quando le Ande incominciano ad addolcirsi e diventare meno imponenti (la parte “alta” dell’Amazzonia, con montagne coperte di vegetazione e foreste pluviali) fino ad arrivare alla giungla che si trova al livello del mare, con tanti fiumi e un calore intenso.

Vivendo in Perù per tanti anni, nella regione andina, a soli 200 chilometri in linea d’aria dall’Amazzonia, ho avuto la fortuna di visitarla varie volte: il Parco Nazionale del Manu, la Riserva di Tambopata Candamo e la Riserva di Pacaya Samiria.

Qualche volta da solo o con amici, all’avventura, navigando i fiumi su piccole imbarcazioni e con un motore mezzo scassato (i peke-peke che devono il loro nome al suono del motore, un rumoroso 15 cavalli), dormendo in tenda o in capanne, con uno zaino in spalla e un po' di improvvisazione (infatti una volta mi sono perso, passando una notte all’aperto con un paio di amici sotto una pioggia battente senza sapere assolutamente dove fossimo e se qualcuno sarebbe venuto a cercarci, cosa fortunatamente avvenuta la mattina dopo).

Altre volte sono andato a selezionare e a testare dei Lodge dove mandare i nostri viaggiatori. Questi viaggi sono stati all’insegna del confort, con belle barche con motori potenti (e molto più silenziosi), tettucci per ripararsi dalla pioggia, ottimo cibo e letti comodi e puliti. Guide esperte locali mi hanno aiutato ad osservare un otorongo (cioè un giaguaro, difficilissimo da vedere), tantissime specie diverse di scimmie, capibara, caimani, gufi, boa, delfini rosa di fiume (si, avete letto bene!), nutrie, bradipi, tartarughe, serpenti, tucani, pappagalli, guacamayos e tantissimi altri.

E poi in Amazzonia ci sono le piante e questi immensi ed infiniti alberi, con le loro foglie gigantesche, impensabili per chi, come me, prima di venire in Perù, era abituato ai rassicuranti parchi cittadini europei.

Una bellezza sconfinata, ma a farmi innamorare definitivamente della giungla peruviana, sono stati i suoi suoni notturni.

Quando tutto si spegne e cala la notte inizia un concerto meraviglioso: insetti, uccelli, mammiferi e a volte la pioggia si mescolano in una sinfonia naturale che ci ricorda il valore del silenzio e del puro ascolto della Madre Natura e della sua stordente bellezza. Alcune zone della giungla, così ancora “vergini”, mi hanno fatto pensare a come potesse essere la Terra migliaia di anni fa, quando dove l’uomo era ancora capace di convivere e rispettare la Natura.

 

È adatta a tutti?

Basta non aver paura degli insetti e un po’ di spirito di adattamento, talvolta la doccia è calda solo in alcuni orari. È possibile imbattersi in qualche ragno, scorpione e le zanzare sono abbastanza “affamate” specialmente all’alba ed al tramonto.

I Lodge da noi selezionati sono molto belli e permettono una visita indimenticabile alla giungla, ogni letto ha la sua zanzariera, il cibo è squisito con molti prodotti locali. I “nostri” Lodge inoltre puntano alla massima riduzione dell’impatto ambientale, usano pannelli solari ogni volta che è possibile e si compromettono nell’appoggio alle comunità locali ed in progetti di riforestazione o di conservazione dell’Amazzonia.

 

Bisogna vaccinarsi?

È solo consigliata la vaccinazione contro la febbre gialla, non è obbligatoria. Non è necessaria nessuna profilassi antimalarica.

 

In che periodo andare?

Il periodo migliore va da aprile a novembre, la stagione secca, anche se in Amazzonia ogni giorno può piovere. Maggio il mese migliore per vedere mammiferi, dato che dopo la stagione delle piogge escono di più dalle loro tane. Da dicembre a marzo può piovere molto rendendo a volte impossibile uscire dal Lodge per fare le escursioni.

 

Cosa portare?

Da considerare che fa caldo, un caldo umido e che bisogna portarsi maglie a maniche lunghe, pantaloni leggeri (ma lunghi), scarpe da trekking leggere (sul posto vi daranno gli stivali di gomma per le escursioni a piedi) e vari ricambi di calze. Meglio coprire tutto il corpo nelle ore serali per evitare poi di grattarsi dove le zanzare hanno trovato un buco per pungerci!

 

Che viaggi offriamo?

La zona di Tambopata Candamo è la migliore sia per la distanza (si raggiunge con un volo di soli 40 minuti da Cuzco) sia per l’osservazione degli animali. Un classico viaggio di 4 giorni e 3 notti permette di entrare “in contatto” con la giungla.

Per fare lo stesso tipo di esperienza nel Parco Nazionale del Manu, per esempio, ci vogliono molti più giorni (inoltre è molto più caro e si arriva solo con un lungo e faticoso viaggio via terra). La zona di Iquitos infine, è troppo turistica e a parità di tempo si vedono pochi animali, anche se è vicina alla bellissima Riserva di Pacaya Samiria (ma è solo per veri amanti dell’avventura, ci vuole un enorme spirito di adattamento e si dorme in tenda, il bagno è improvvisato e il confort quasi nullo).

Ecco la nostra migliore proposta selezionata per voi: https://www.peruetico.com/it/tour/amazzonia-e-ande/

 

Emanuele – PeruEtico 23